Auguri di Pasqua 2025
Pietre di scarto siete anche voi, stranieri alla deriva. Minori che convivete con la violenza. Adolescenti scaricati anche dalle nostre chiese perché siete pericolosi agli altri. Fratelli lupini che fate la spola tra carceri e libertà. Esseri allo sbando che vi aggirate tra ospedali psichiatrici e strada. Persone respinte dal banchetto della vita che non ne fate più un problema se la gente vi rifiuta perfino le briciole. Figure selvatiche che riassumete nel più agghiacciante isolamento la tragedia di tutti gli emarginati.
Per voi ho scritto questa lettera, che certamente non leggerete.
Ma spero tanto che qualcuno ve ne racconti il messaggio. E vi dica che un altro prima di voi, Gesù di Nazaret, è stato considerato “pietra di scarto” anche lui dai costruttori. Pietra di scarto, come voi. Quella pietra, però, Dio l’ha scelta come testata d’angolo.
Quasi per ammonirci che per lui non vi sono arance cadute dal carretto che egli non raccolga nella sua bisaccia di Padre. E che, da quando il suo Figlio Gesù è stato confitto sulla croce nell’amarezza dell’emarginazione più nera, anche gli scarti residuali dell’umanità per lui sono diventati… polvere di stelle.
don Tonino Bello (1935-1993), Pietre di scarto, Molfetta 1993
Cari poeti, so che avete fame di significato, e per questo riflettete anche su come la fede interroga la vita. […] Voi siete occhi che guardano e che sognano. Non soltanto guardare, ma anche sognare. Una persona che ha perso la capacità di sognare manca di poesia, e la vita senza poesia non funziona. Noi esseri umani aneliamo a un mondo nuovo che probabilmente non vedremo appieno con i nostri occhi, eppure lo desideriamo, lo cerchiamo, lo sogniamo. […] L’arte è un antidoto contro la mentalità del calcolo e dell’uniformità; è una sfida al nostro immaginario, al nostro modo di vedere e capire le cose. E in questo senso lo stesso Vangelo è una sfida artistica. Essa possiede quella carica “rivoluzionaria”, che voi conoscete bene, ed esprimete grazie al vostro genio con una parola che protesta, chiama, grida. Anche la Chiesa ha bisogno della vostra genialità, perché ha bisogno di protestare, chiamare, gridare.”
Papa Francesco, Lettera ai poeti, in “Poesia” (gennaio-febbraio 2025, p. 5)
Per le vittime delle guerre in corso
Parliamo ancora con l’Angelo della Storia,
con il suo dolore quando guarda indietro,
dove tutto è cenere di vite spezzate
e il giardino del mondo è solo deserto
come ora il sogno della pace? Tornano
i tiranni, per loro le guerre sono corpi
per fare i ponti sui burroni dell’odio, polvere
umana, bambini strangolati, donne violate
dalla morte, anziani distrutti
nelle case diventate cieche. Dove trovare, qui,
in queste epoche buie, l’invisibile sorriso
della speranza? Eppure, se guardo la canzone
degli alberi ancora verdi di gemme, il mite
mandorlo in fiore, so dove vanno le albe che nascono,
Signore, alla luce della tua Pasqua.
E credo che questi rami sia pure spezzati
saranno semi di vita nuova,
rubata al rancore delle notti umane.
Carmelo Mezzasalma
Buona santa Pasqua
dalla Comunità di San Leolino
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